Campagna di scavo 2000 a Thronos Kephala

Dal 25 maggio al 30 luglio 2000, in collaborazione tra il CNR/Istituto per gli studi micenei ed egeo-anatolici, e l'Eforia alle antichità preistoriche e classiche di Chanià, è stata proseguita l'indagine archeologica nel sito minoico e post-minoico di Thronos/Kephala a Creta sotto la direzione di Anna Lucia D'Agata e Nota Karamaliki. Oltre a Luigi Rocchetti hanno preso parte ai lavori i dott. F. Guarisco, geologo, e B. Eder, archeologa; A. Zorzi, responsabile per il rilievo delle strutture; G. Merlatti, responsabile per il disegno dei materiali; K. Zervaki responsabile per il restauro dei materiali; D. Mylona responsabile per la flottazione della terra archeologica e l'analisi del materiale bio-archeologico; e il fotografo M. Petrarca (IME/CNR, Roma).1

La campagna è stata articolata in cinque settimane di scavo sulla sommità della Kephala, seguite da quattro settimane di lavoro di magazzino – svolto nei locali della Scuola Elementare di Thronos, gentilmente messi a disposizione dall'amministrazione municipale – durante le quali si è provveduto all'analisi, alla documentazione e al restauro dei materiali rilevanti. A fine campagna, i cantieri aperti sulla sommità della Kephala e non del tutto scavati sono stati ricoperti con nylon e sabbia, l'area archeologica è stata recintata, i materiali rinvenuti sono stati trasportati al Museo Archeologico di Rethymnon.

Lo scavo ha interessato tre diversi settori dell'insediamento, a proseguimento dell'indagine avviata nel 1999. Dell'area centrale – e cioè la terrazza naturale che si estende al centro della sommità della collina e nella quale sono state scavate le fosse rituali 2–, è stato individuato il limite nord-orientale, che consiste in un ripido pendio roccioso alto circa m.1,50. Presso tale margine è stata scoperta la Fossa 54,3 che ha restituito materiale ceramico attribuibile al TM IIIC antico, insieme con una lama di bronzo, due strumenti di pietra, lo scheletro intero di un cane e parte di un secondo, i resti di una tartaruga palustre (Chlemis caspica), poche ossa di ovini o caprini, e ossa umane. Come la Fossa 53, messa in luce nel 1999, anche la Fossa 54 è stata scavata immediatamente ad est dell'Edificio 1,4 una struttura approssimativamente orientata in senso nord-sud, aperta a sud e composta da due vani dei quali quello meridionale ospita un grande focolare di forma ovale. La disposizione assiale dei vani e dell'apertura meridionale, e la presenza del focolare consentono di classificare la struttura come un tipo di megaron. Inoltre, la sua posizione ai limiti dell'area centrale, la sua stretta connessione topografica con le Fosse 53 e 54 e il fatto che essa risulti orientato verso le fosse dell'area centrale, potrebbero indicare che costruzione e funzione dell'edificio sono state strettamente legate agli eventi e al comportamento che all'interno della comunità stanziata sulla Kephala determinarono la nascita del fenomeno delle fosse rituali.

Per quanto riguarda il pianoro nord, a nord-est dell'area centrale e ad un livello inferiore, è stata individuata una nuova terrazza, che è stata denominata pianoro nord II. Essa rappresenta l'estensione verso est del pianoro nord I, e come quest'ultimo risulta costruita artificialmente e destinata ad area di abitazione. Appena sotto il piano attuale di calpestio, e nell'ambito di un livello d'uso di fine VIII/inizi VII secolo a.C, sono stati tra l'altro messi in luce un piccolo forno ovale, trovato pieno di noccioli di olive, probabilmente usate come materiale da combustione, e i resti di un'area destinata all'immagazzinamento.

Limiti ed estensione del pianoro nord I, che, come si è detto, è una terrazza artificiale la cui costruzione risale al TM IIIC, sono stati quasi interamente definiti nel corso di questa campagna. All'estremità occidentale del pianoro è proseguito lo scavo dell'Edificio 3, la cui indagine era stata avviata nel 1993. Di esso sono stati individuati livelli di distruzione PG/G, ed è stato tra l'altro recuperato un bacino di pietra decorato con un motivo a rilievo a spina di pesce che richiama un tipo di decorazione ricorrente su pithoi della Dark Age. Il livello pavimentale più antico dell'Edificio 3, già parzialmente messo in luce nelle precedenti campagne, comprende un grande focolare e risale probabilmente al TM IIIC.

Sul pianoro sud lo scavo ha interessato l'Edificio A1, la Rampa Lastricata 42 e l'area a sud e ad est dell'Edificio A2.

Dell'Edificio Geometrico A15 è stato messo in luce in tutta la sua lunghezza il muro orientale e di esso è stata individuata la trincea di fondazione. A sud dell'Edificio, è stato scavato il muro 90/111, il quale sembra aver avuto la funzione di delimitare e contenere la terrazza sulla quale fu impiantato A1. A sud-ovest l'irregolarità e il notevole pendio del banco roccioso furono colmate dai costruttori di A1 tramite uno scarico poderoso di materiali più antichi (US 76), riferibile al PG A, il quale ebbe anche la funzione di creare un piano di calpestio annesso alla Rampa a gradini 54. La grande quantità di materiali recuperati che comprendono resti di vasellame di uso domestico, numerosi frammenti di oggetti di bronzo e ossa animali costituisce la più antica traccia di occupazione, per quanto non in situ, finora individuata sul pianoro meridionale. Essa conferma inoltre l'esistenza sulla sommità della Kephala di una fase PG di un certo rilievo

Immediatamente sopra A1, la Rampa Lastricata 42, di età romana, è stata messa in luce per una lunghezza di circa m.10 e una larghezza di m.8,40/8,60. Orientata approssimativamente in senso nord-sud e collegata all'Edificio A2 tramite una grande area coperta di forma rettangolare, la rampa sembra avere costituito il tratto finale del tracciato che dalla città romana di Sybrita, localizzata nell'area dei moderni villaggi di Thronos e Aghia Photini conduceva alla sommità della Kephala. Ciò lascia ipotizzare che parte del sentiero, che ancora oggi conduce in cima lungo il versante sud e che conserva a tratti i resti di una pavimentazione irregolare a grandi lastre di calcare, possa risalire, almeno per quel che riguarda il suo impianto originale, ad età romana.6 Come abbiamo già avuto modo di affermare, durante la prima età imperiale il pianoro meridionale sulla sommità della Kephala, quello che controllava la valle di Amari e le vie di accesso dalla Messarà, ebbe una destinazione di tipo pubblico. Il suo focus sembra essere stato l'Edificio A2, una imponente stoà a gradini il cui scavo non è stato ancora portato a termine. I saggi aperti nell'area a sud dell'Edificio A2 e nel vano 1, sul lato orientale dello stesso, hanno dato importanti risultati per l'articolazione della frequentazione di età romana. L'ultima fase qui individuata risale al III secolo d.C. Dopo tale data l'intero complesso costituito dall'Edificio A2 e dalla Rampa 42 fu abbandonato. Tracce di una fase più antica, datata al I secolo d.C., sono state individuate nel vano 1, suggerendo l'esistenza di almeno due fasi nell'occupazione romana della Kephala.


1 Hanno preso parte come responsabili trincea A. Karnava, M. Paipeti, J. Piccardo, M.D. Poiré, M. Tremari, L. Valassi. Hanno partecipato ai lavori anche gli studenti K. Georgakopoulos, V. Gerolimou, M. Maestri, T. Pantelakou, S. Sifakakis, L. Soro, E. Theou, H. Tomas.
2 A.L. D'Agata, Ritual and rubbish in Dark Age Crete: The settlement of Thronos/Kephala (ancient Sybrita) and the pre-classical roots of a Greek city, paper read at the International Conference Lighten our darkness: Cultural transformations at the beginning of the first millennium BC, Birmingham, January 2000; Ead., Religion, society and ethnicity in Crete at the end of the Late Bronze Age. A contextual framework for LM IIIC cult activities, in R. Laffineur, R. Haegg eds., Potnia. Deities and religion in the Aegean Bronze Age, Goeteborg 12-15 aprile 2000, Liége, in corso di stampa; A.L. D'Agata ed., Ricerche greco-italiane in Creta occidentale III. Thronos/Kephala (antica Sybrita): Le fosse rituali in prossimità dell'insediamento sulla sommità (IG), Roma, in preparazione.
3 Di tale nuova fossa, che appare per molti versi eccezionale rispetto alle fosse già messe in luce, sarà rapidamente pubblicato un resoconto dello scavo e dei materiali rinvenuti.
4 La scoperta dell'Edificio 1 risale al 1990.
5 A.L. D'Agata, Public versus Domestic? A Geometric Monumental Building at Thronos/Kephala Amariou, in 8th International Congress of Cretan Studies, Herakleion September 9-14 1996, Herakleion, in corso di stampa.
6 Sul riuso a Creta di strade pavimentate di età romana, J.D.S. Pendlebury, The Archaeology of Crete. An Introduction, London 1939, 365.