Campagna di scavo 1999 a Thronos Kephala

Dal 21 maggio al 30 luglio 1999, in collaborazione con l'Eforia alle antichità preistoriche e classiche di Chanià, è stato ripreso lo scavo nel sito minoico e post-minoico di Thronos/ Kephala a Creta (Grecia). Oltre a Luigi Rocchetti, precedente direttore della missione, hanno preso parte ai lavori: i dott. M. D'Acunto, M. C. Vannini, archeologi; il dott. F. Guarisco, geologo; A. Zorzi, responsabile per il rilievo delle strutture; G. Merlatti, responsabile per il disegno dei materiali; K. Zervaki, responsabile per il restauro dei materiali; il fotografo M. Petrarca (IME/CNR, Roma); gli studenti K. Monteverde, M. D. Poiré, M. Tremari (Università di Genova), E. Chrisopoulou e V. Gasparakis (Università di Rethymnon). D. Mylona dell'Institouto ton Mesogeiakon Spoudon di Rethymnon, è stata responsabile per la flottazione della terra archeologica e l'analisi del materiale bio-archeologico.
La campagna è stata articolata in quattro settimane di scavo sulla sommità della Kephala, seguite da quattro settimane di lavoro di magazzino - svolto nei locali della Scuola Elementare di Thronos, gentilmente messi a disposizione dall'amministrazione municipale - durante le quali si è provveduto all'analisi, alla documentazione e al restauro dei materiali rilevanti. A fine campagna, tutti i materiali rinvenuti sono stati trasportati al Museo Archeologico di Rethymnon.

Per quel che riguarda lo scavo, tre cantieri sono stati aperti in aree diverse dell'insediamento. Sul pianoro nord l'indagine ha riguardato l'Edificio 2, il Vano Lastricato e un vasto settore immediatamente a nord dell'area già scavata. Tale indagine ha consentito:
- di chiarire il limite sud-est dell'area abitata, dove sono state messe in luce alcune fosse di scarico;
- di individuare e seguire, per circa otto metri (in senso E-O) il margine settentrionale del pianoro su cui era stata collocata l'area abitata nel corso del XII secolo a.C. (TM IIIC).
La scoperta del margine settentrionale dell'area abitata, che almeno in un tratto non coincide con il margine odierno del pianoro, è di notevole rilevanza sia ai fini della ricostruzione dei limiti originari dell'insediamento, sia ai fini della ricostruzione dei fenomeni che, immediatamente dopo questa fase, portarono all'estensione verso nord del margine del pianoro stesso;
- di datare la costruzione dell'Edificio 2, collocato in origine sul margine nord dell'insediamento, e quella del Vano Lastricato ad una fase avanzata del TM IIIC sulla base dei materiali rinvenuti sotto il livello pavimentale.

Nell'area centrale è stata individuata una nuova fossa ascrivibile al fenomeno delle fosse rituali, il quale per il momento a Creta è stato individuato soltanto nell'area occidentale e trova a Thronos/Kephala l'esempio più eclatante. La stratigrafia della fossa 53, i cui materiali sono attribuibili ad una fase probabilmente iniziale del Protogeometrico, conferma l'ipotesi che si tratti di un deposito strutturato, o, in altri termini, che il materiale ceramico rinvenuto insieme con ceneri e ossa animali vi fosse stato collocato secondo specifiche modalità definibili come rituali.1

Sul pianoro sud è proseguito lo scavo dell'importante edificio geometrico A1, scavo che si è presentato particolarmente difficile a causa della notevole pendenza del terreno, della prosecuzione della strada lastricata che sovrasta l'edificio, e dei crolli e delle strutture superficiali già individuati nel 1995.

La messa in luce, nella campagna di quest'anno, dell'angolo sud-ovest dell'edificio consente di affermare che esso constava di un grande vano (m. 7 x 7 ca) con pianta a P greco simile a quella dei templi A e B di Kommos, 2 ma non essendo ancora lo scavo ultimato non si può escludere l'esistenza di un'appendice sul lato est. Addossata allo stesso angolo sudovest è stata inoltre rinvenuta una rampa a gradini che presuppone l'esistenza, all'interno dell'edificio, di piani di calpestio posti a livello diverso. Già le dimensioni e la tecnica di costruzione ci avevano fatto identificare Al come uno dei pochi edifici monumentali cretesi di età geometrica per il quale doveva essere ipotizzata una funzione non domestica e un'utilizzazione a fini rituali. I materiali rinvenuti quest'anno nello strato di distruzione lungo il lato meridionale confermano quest'ipotesi e l'amplificano. Tra di essi si annoverano la testa di una statuina in bronzo maschile e una lancia miniaturistica, anch'essa di bronzo. La testa è databile tra l'ultimo quarto dell'VIII e il primo ventennio del VII secolo a.C. Si tratta con molta probabilità dei resti di una statuina di guerriero, conservata all'interno dell'edificio, la quale potrebbe indicare per esso una funzione specificamente cultuale. L'importanza dell'Edificio A1, che si pone dunque come uno dei più ragguardevoli esempi cretesi di edificio monumentale d'età geometrica, è infine confermata dalla quantità di piccoli oggetti di prestigio, in terracotta e metallo, che provengono dal livello di riempimento alla sommità dell'edificio, tra i quali si segnalano tokens, spilloni, almeno una fibula e un sigillo in metallo con decorazione geometrica.


1 A. L. D'Agata (a cura di), Ricerche greco-italiane in Creta occidentale III. Thronos/Kephala (antica Sybrita): le fosse rituali in prossimità dell'insediamento sulla sommità QG), Roma, in preparazione.
2 Cfr. A. Mazarakis Ainian, From Rulers' Dwellings to Temples. Architecture, Religion and Society in Early Iron Age Greece (1100–700 B.C.), Goteborg 1997, Tab. I, 6-7.