Il pianoro Sud

La Rampa Lastricata 42
Se parte del pianoro nord venne adibito fin dalla sua prima utilizzazione ad area di abitazione, il pianoro sud - quello che controlla la valle di Amari e le rotte di comunicazione con la Messarà - sembra invece essere stato destinato ad accogliere, almeno a partire dalla prima età del Ferro, edifici le cui funzioni devono essere considerate pubbliche.
La frequentazione più antica sul pianoro è documentata dalla fossa individuata sotto il muro est dell'Edificio A1, la cui chiusura deve essere posta nel IX secolo a.C. Pochi materiali TM III sono stati recuperati nella trincea di fondazione del muro ovest dell'Edificio A1, ma tale presenza non stupisce considerando la contiguità delle fosse 1-8, scavate al confine tra pianoro sud e area centrale. La distruzione dell'Edificio A1 va posta agli inizi del VII secolo a.C.

In età romana, la città certamente si estendeva soprattutto alla base della collina nell'area oggi occupata dai villaggi di Thronos, Aghia Photini e Ienna. Sulla Kephala due monumenti sono attribuibili a tale fase, entrambi sul pianoro sud: l'Edificio A2 e la Rampa Lastricata 42.

Edificio A1

L'avvio della esplorazione del pianoro sud nel 1994 e negli anni seguenti ha consentito di individuare nell'area occidentale parte dell'Edificio A1 il cui scavo è stato reso difficile dalla notevole pendenza del terreno, dall'esistenza della Rampa lastricata 42 che si sovrappone ad esso almeno in parte, e da un'ampia serie di crolli di strutture superficiali. La sommità dei muri est, nord e ovest di A1, riusati dai costruttori della Rampa lastricata 42, giaceva pochi centimetri sotto il livello di calpestio odierno. A1 è un edificio di pianta quadrata, aperto sul lato meridionale, la cui costruzione ha richiesto un'imponente opera di sbancamento. I muri est e nord sono impiantati sulla roccia - quello nord è anche addossato a questa - e sono conservati per una altezza anche superiore ad 1 m. Addossata all'angolo sud-ovest dell'edificio, stava una scala, costituita da almeno 5 bassi gradini, che serviva a collegare piani di calpestio posti a livello diverso. I sondaggi effettuati all'interno dell'edificio ne hanno chiarito la cronologia. Uno spesso livello di bruciato individuato in più zone e corrispondente all'ultimo momento di uso ha restituito materiali riferibili alla fine dell'VIII e agli inizi del VII secolo a.C., i quali indicano che all'incirca entro il primo ventennio del VII secolo a.C. l'edificio era stato abbandonato. La scoperta di una fossa, scavata nella roccia in prossimità del piede del muro est di A1 e in parte sotto di esso, ha consentito invece di fissare il termine post-quem per la costruzione dell'edificio.

La fossa - riempita fin quasi alla sua sommità con terreno di consistenza sabbiosa, ceramica e ossa animali - ha restituito 254 frammenti per lo più PG, tra i quali le forme più comuni sono tazze e skyphoi in ceramica fine, con qualche frammento riferibile al PG B. L'elemento peculiare di tale struttura è dato dal fatto che la fossa era stata sigillata dalla metà di un cratere PG decorato con cerchi concentrici. Il vaso, forse intenzionalmente tagliato in modo che conservasse un'ansa, era stato deposto alla sommità del riempimento e al centro della fossa. Resti di carbone vennero notati intorno ad esso. Il fatto infine che la fossa fosse stata rispettata dai costruttori di A1 e l'accurata deposizione del vaso alla sommità del riempimento sembrano indicare che siamo in presenza di un deposito di fondazione con il quale si intese contrassegnare l'avvio della costruzione del grande edificio sovrastante.

Tale ipotesi è confermata da un rinvenimento effettuato ad Asine in Argolide dove crateri TG, tagliati anch'essi a metà, vennero collocati presso il muro di fortificazione della città e sono stati interpretati come depositi che celebrano la costruzione del muro stesso. Ovviamente, non si può escludere che la fossa presso il muro est di A1 fosse stata scavata in precedenza, ma in ogni caso essa fu chiusa in un momento posteriore all'avvio del PG B e di conseguenza la costruzione di A1 deve essere stata iniziata dopo l'840 a.C.
In definitiva, l'Edificio A1 fu in uso nel corso dell'VIII sec. a.C. Tra i materiali rinvenuti nel 1999 nello strato di distruzione lungo il lato meridionale si annoverano la testa di una statuina maschile in bronzo e una lancia miniaturistica, anch'essa di bronzo, riferibili al Tardo Geometrico. Si tratta con molta probabilità dei resti di una statuina di guerriero, conservata all'interno dell'edificio, la quale sembra indicare per esso una funzione specificamente cultuale.

Cratere THK04/54
Testa di statuina maschile THK99/74 e lancia miniaturistica THK99/12, in bronzo, dall’Edificio A1

Edificio A2

Nel 1986 al margine sud dell'area centrale venne messa in luce una struttura a gradini, parzialmente scavata addossata al banco roccioso, che domina il pianoro meridionale e la sottostante valle di Amari. Tale struttura è fronteggiata a sud da due vani rettangolari il più meridionale dei quali è collegato alla Rampa lastricata 42. I saggi aperti nell'area a sud dell'Edificio A2 e nel vano 1 sul lato orientale dello stesso, indicano che l'edificio subì nei secoli mutamenti e rimaneggiamenti. Una moneta trovata su uno dei gradini conferma che l'edificio era ancora in uso alla fine del III secolo a.C. Tracce di una fase più antica, datata al I secolo d.C., sono state individuate nel vano 1, suggerendo l'esistenza di almeno due fasi nell'occupazione romana della Kephala.
L'indagine georadar effettuata nel 2003 ha comunque ampliato i confini dell'area indagata dell'insediamento tramite l'individuazione di una serie di strutture murarie sepolte (THKplus2005).
Nel 2002 nel corso dell'asportazione del livello di obliterazione delle strutture all'estremità occidentale dell'area è stato recuperato il piede frammentario di una grande statua di bronzo di età romano-imperiale. Qualità e dimensioni del pezzo lasciano ipotizzare che esso fosse pertinente ad una statua maschile che potrebbe essere stata originariamente collocata nell'Edificio A2. Dopo il III secolo d.C. l'intero complesso venne abbandonato.
L’Edificio A2 da est

Rampa lastricata 42

Immediatamente sopra l'Edificio A1 è collocata la Rampa Lastricata 42, di età romana, messa in luce per una lunghezza di circa 10 m. e una larghezza di m. 8,40/8,60. Orientata approssimativamente in senso nord-sud e collegata all'Edificio A2, la rampa sembra avere costituito il tratto finale del tracciato che dalla città romana di Sybrita, localizzata nell'area dei moderni villaggi di Thronos, Ienna e Aghia Photini, conduceva alla sommità della Kephala. Ciò lascia ipotizzare che parte del sentiero, che ancora oggi conduce in cima lungo il versante sud e che conserva a tratti i resti di una pavimentazione irregolare (kalderim) a grandi lastre di calcare, possa risalire, almeno per quel che riguarda il suo impianto originale, ad età romana.

 
Frammento di piede di grande statua di bronzo di età imperiale romana